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Terapia Metronomica in oncologia: l’alba di un nuovo giorno

Decine di Centri Oncologici che applicano gli schemi di somministrazione metronomica si sono ritrovati Il 21 giugno all’auditorium del Ministero della Salute per ricordare l’importanza della qualità e tempo guadagnati per il paziente oncologico, nell’incontro su “Terapia Metronomica in oncologia: l’alba di un nuovo giorno” che ha avuto il patrocinio di AIOM, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica.

La ASST di Monza nel nostro Ospedale San Gerardo è all’avanguardia in questa nuova metodica, sia per quanto riguarda la ricerca che l’utilizzo sui pazienti, grazie al suo Centro di ricerca Fase 1, il cui direttore è la Prof.ssa Marina Cazzaniga, presidente dell’ISMe®, la Scuola Internazionale di Chemioterapia Metronomica.

L’approccio prevede piccole dosi, da prendere per bocca tutti o giorni o più volte a settimana, a casa, in maniera continuativa, diversamente dalla classica chemioterapia, di solito somministrata per infusione in dosi molto più alte in ospedale.

Marina Cazzaniga ha spiegato che si ottengono buoni risultati senza gravare eccessivamente sull’organismo, e con la somministrazione quotidiana la tossicità ematologica scende al 5,8%, la nausea e il vomito al 2,1%. E in più, il paziente guadagna tempo (-36% di permanenza in ospedale), e il sistema sanitario risparmia risorse e tempi.

I farmaci attaccano le cellule tumorali, bloccando il meccanismo di formazione di nuovi vasi sanguigni, responsabile di crescita tumorale e metastasi, ma preservando l’equilibrio del micro-ambiente e potenziando il sistema immunitario del paziente.

L’efficacia è dimostrata in alcune forme di tumore al seno, del polmone, linfomi, neoplasie pediatriche e in molti casi di tumori in stadio avanzato.

Marina Cazzaniga ha inoltre detto che i risultati migliori si osservano nella prima linea di trattamento anche dopo terapia ormonale, nelle pazienti con tumore mammario avanzato con una percentuale di risposte intorno al 44% e un controllo della malattia nell’88% dei casi trattati; la somministrazione di farmaci a basso dosaggio riduce poi sensibilmente gli effetti collaterali perché si evita di danneggiare il midollo, la mucosa intestinale e gastrica e quasi sempre si osserva l’assenza di disturbi quali la perdita dei capelli o la riduzione dei globuli bianchi..

Queste caratteristiche hanno favorito la larga diffusione della Chemioterapia Metronomica nel nostro Paese (+29.8% dal 2011 al 2016) e nel mondo.

In altri interventi, il dott. Andrea Camerini, Direttore Day Hospital Oncologia Ospedale Versilia – Azienda USL Toscana Nord-Ovest, ha dichiarato che anche nel carcinoma polmonare sempre maggiore attenzione viene rivolta alla qualità di vita del malato; la terapia metronomica si è affermata negli ultimi anni come una valida opzione di trattamento per la malattia polmonare avanzata, caratterizzata da una tossicità minima a parità di efficacia, e dalla comodità di un trattamento orale. E i benefici dell’approccio nel tumore del polmone sono stati riconosciuti da AIFA che ha deciso di estendere la possibilità di utilizzo del farmaco vinorelbina orale in tutti i tumori solidi dell’adulto.

La dott.ssa Elisabetta Munzone, Vice Direttore Senior, Divisione di Senologia Medica all’istituto Europeo di Oncologia, ricorda che la Terapia Metronomica è efficace nei tumori della mammella che esprimono i recettori ormonali e che hanno una crescita lenta.

La dott.ssa Stefania Pedroli, Coordinatore di ricerca clinica presso il Centro di ricerca Fase 1 della ASST di Monza, afferma: “L’assunzione orale ha però bisogno di un’elevata aderenza al trattamento; deve essere presa a orari e giorni precisi – e quindi  istruiamo in modo dettagliato il paziente, consegnando moduli e opuscoli informativi, e il familiare di riferimento, per aiutare medico e paziente a portare a compimento l’obiettivo comune”.

Olga Trevisi, Infemiera presso il Centro di ricerca Fase 1 della ASST di Monza racconta; “La strategia chemioterapica cambia anche il rapporto fra paziente e infermiere, con la somministrazione orale, riusciamo a essere più vicini al malato, a raccogliere le sue esperienze e a volte anche le sue paure inespresse. L’infermiere non somministra più solo la terapia, come accadeva con i regimi infusionali, ma stringe davvero un’alleanza terapeutica con il paziente”.

“Nel giorno più lungo dell’anno, vogliamo regalare luce e tempo alla vita dei nostri pazienti oncologici, rendendo accessibili a tutto il mondo scientifico, ai malati e alle loro famiglie, le conoscenze che abbiamo maturato sulla Terapia Metronomica” conclude la Presidente dell’ISMe®,  “ecco perché presentiamo proprio in questo giorno la International School of Metronomic Chemotherapy, una scuola che raggiunga tutti i colleghi in ogni parte del mondo, gratuita e facilmente fruibile”.