Il numero dei volontari in Italia è in costante e rapido aumento. Crediamo che questo esercito di benefattori sarebbe ancora più numeroso, se molti cittadini avessero l’occasione di conoscere un po’ più da vicino la realtà del volontariato. C’è chi teme, per esempio, di dover dedicare all’aiuto degli altri troppo tempo e troppe energie, senza sapere che l’azione si può dosare a seconda dei propri impegni e concordare nei giorni e nelle ore disponibili. Altri pensano che occorrano competenze specifiche per mettersi in gioco, ma spesso si tratta semplicemente di un po’ di pazienza. Fare del volontariato è ovviamente utile, ma in certi casi è persino divertente. Nella squadra volontari della Don Giulio Farina, per esempio, ci sono persone che sanno trasformare i propri hobby personali in iniziative al servizio del prossimo. Non si spiega altrimenti il successo di concerti, spettacoli, sfilate e cene sociali come Summertime, Oktoberfolk, Brillanti emozioni e altri eventi di raccolta fondi organizzati, con entusiasmo e talento teatrale, da gruppi di volontari felici di familiarizzare col mondo dei costumi, della scenografia, della produzione artistica e della regia. Altri, quando serve, provvedono con efficienza alla ricerca di sponsor locali, arredi, mezzi di trasporto, allestimenti floreali.
Nella compagine della Don Giulio, così come succede in altre onlus, qualsiasi esperienza individuale può trovare la sua applicazione a beneficio dei pazienti e della comunità coinvolta nelle numerose iniziative promosse dall’associazione. A volte basta solo saper trattare le persone con gentilezza, o saper guidare l’auto. C’è chi dedica un certo numero di ore settimanali al ricevimento dei pazienti in day hospital. Chi preferisce entrare nella scuderia di autisti, al servizio degli ammalati in cura. C’è persino un’esperta di burraco, bravissima a organizzare tornei per la raccolta fondi.
Il legame tra volontari e pazienti è spesso molto stretto. Ci sono volontari che sono entrati in contatto con il personale medico del San Gerardo e con l’associazione Don Giulio Farina a seguito di tumori sofferti in famiglia. Altri hanno acquisito una tale capacità di relazionarsi ai pazienti da coinvolgerli operativamente nelle iniziative dell’associazione. A trasformare, paradossalmente, gli stessi ammalati in volontari, sia pure in occasioni circoscritte e in condizioni di assoluta sicurezza: col risultato di seminare energia psicologica e persino divertimento in persone alle prese con i disagi della malattia.
Quali sono, dunque, le caratteristiche del volontario o della volontaria ideale? Verrebbe da rispondere: nessuna in particolare. A parte la voglia di rendersi utili e una disposizione d’animo favorevole al contatto interpersonale.
«Non ho tempo» è la frase che si dice agli altri e a sé stessi quando si teme di essere assorbiti da impegni gravosi, esorbitanti e imprevedibili. Tutti potrebbero dire, a ragione, di aver poco tempo a disposizione. Ma il tempo è più duttile e generoso di quanto crediamo. Si tratta solo di gestire con un po’ di creatività la propria agenda, senza diventare schiavi di nulla e di nessuno.